Tutti conoscono la celeberrima frase “Shaken, not stirred”, ma quanti sanno che quello che ordina James Bond è in realtà un cocktail inventato da Ian Fleming, il vesper martini? La mixology, o la preparazione di drink e cocktail, è un universo vastissimo che sta godendo di una crescente popolarità e i bartender sono ormai diventati gli chef stellati delle bevande alcoliche. Questo settore, al pari di quello del food&wine, ha sviluppato una sua propria terminologia e un suo gergo e, come traduttrice italiano inglese e traduttrice inglese italiano specializzata nel settore dei prodotti alimentari e delle bevande, è importante per me approfondirne gli aspetti linguistici.
Chiunque sia stato in un bar alla moda, magari uno di quelli famosi per i cocktail, avrà certamente sentito baristi e clienti utilizzare i caratteristici fraseggi e termini. Accanto ai più famosi on the rocks, shot e sour, solo per citarne alcuni, ne esistono molti altri sconosciuti ai più, ma che è utile padroneggiare sia per gli appassionati di mixology sia per chi desidera poter ordinare un cocktail fatto secondo i propri gusti e preferenze.
“You know you have a drinking problem when the bartender knows your name — and you’ve never been to that bar before.”
Zach Galifianakis
A proposito del gergo della mixology: bartender e barista sono due termini inglesi che è bene non confondere, pena l’ira degli interessati. I bartender si occupano di drink e cocktail, mentre i baristas sono gli artisti delle bevande a base di caffè come espresso, latte, frappuccino, ecc., spesso esperti nella latte art: l’arte di versare la schiuma di latte nel caffè creando complessi disegni e decorazioni.
Ma veniamo al dunque e diamo un’occhiata ad alcuni dei più interessanti e divertenti termini e modi di dire del gergo della mixology.
Bitters – una categoria di bevande alcoliche a base di erbe utilizzate come mixer nei cocktail per apportare ulteriori aromi. Simili agli amari italiani, con la differenza che questi ultimi vengono solitamente bevuti lisci come dopocena digestivo
Garnish – nel gergo della mixology, una guarnizione solitamente edibile, come per esempio pezzi di frutta, che viene aggiunta al drink, spesso per motivi estetici
Grenadine – in italiano granatina, uno sciroppo dolce a base di melagrana spesso utilizzato nei cocktail e nelle granite
Liqueur – un liquore distillato solitamente dolce e/o aromatizzato, utilizzato nei drink per aggiungere aromi
Liquor – un liquore distillato da cereali o altri vegetali. Brandy, gin, rum, tequila, vodka e whiskey sono tutti liquor. Si distinguono dai liqueur perché di noma non sono dolci
“Work is the curse of the drinking classes.”
Oscar Wilde
Rail drink/well drink/house drink – drink realizzati con i liquori e i mixer più economici, tenuti a portata di mano dal bartender sul bancone. Il nome deriva dal termine speed rail, cioè la zona o il portabottiglie dove vengono tenuti questi prodotti
Top shelf – normalmente utilizzato in riferimento agli alcolici di fascia alta esposti sui ripiani più alti del bar invece che nella speed rail
Seltzer – acqua frizzante utilizzata nei cocktail. Si distingue dalla normale acqua frizzante perché più gasata
Spirit – termine intercambiabile con la parola liquor
Wedge/wheel – uno spicchio o una fetta circolare di frutta aggiunta al drink come guarnizione
Blend – frullare gli ingredienti di un cocktail in un frullatore elettrico fino a ottenere un composto liscio
Burnt – drink a cui è stato aggiunto un goccio di Scotch
Cooler – drink in bottiglia pre-mixati e pronti da bere, spesso a bassa gradazione alcolica
Dirty – drink a cui è stata aggiunta una spruzzata di salamoia di olive, tipicamente un Martini
Filthy – drink a cui è stata aggiunta una quantità di salamoia ancora maggiore, anche in questo caso tipicamente un Martini
Express – spremere le bucce o le zeste di frutta in un drink, in modo che gli olii essenziali rimangano in superficie e apportino sia aromi che sapori
Flame – dare fuoco all’alcol contenuto in un drink prima di servirlo
Flairing – comunemente detto flair in italiano, è l’insieme delle tecniche acrobatiche utilizzate dai bartender per la preparazione dei cocktail
Float – letteralmente “galleggiare”, nel gergo della mixology si riferisce all’arte di realizzare drink stratificati impendendo che i diversi strati si mischino. Per prima cosa viene versato l’ingrediente più pesante, quindi quello più leggero utilizzando un cucchiaio capovolto
Frost – un bicchiere che è stato immerso in acqua e congelato per creare un effetto satinato
Mist – liquore servito su ghiaccio tritato
Mocktail – un cocktail analcolico. Disdegnato dai puristi, deriva da un gioco di parole con il termine mock (prendere in giro, parodiare)
Muddling – una tecnica che consiste nell’aggiungere al drink una purea di frutta o erbe per apportare aromi e sapori
Rim – rivestire il bordo del bicchiere con zucchero o sale
Wet/Dry – normalmente riferito allo stile del Martini: il Wet Martini contiene più vermouth rispetto al Dry Martini
ABV – alcohol by volume, utilizzato per indicare la percentuale di alcol contenuta in una bevanda alcolica
Proof – lo standard americano per la misurazione della gradazione alcolica. Il proof è due volte il valore della percentuale di alcol
Long drink – drink servito in un bicchiere alto, solitamente meno forte di uno short drink
On the rocks – drink servito con cubetti di ghiaccio
Neat/straight – drink servito senza mixer né ghiaccio (liscio), solitamente a temperatura ambiente
Nightcap – drink bevuto appena prima di andare a dormire per aiutare il riposo notturno
Sour – drink tipicamente contenente succo di limone o lime
Straight up/up – da non confondere con straight. Un drink raffreddato shakerandolo o mescolandolo con ghiaccio, quindi filtrato e servito senza ghiaccio
Angel’s Share – la parte di alcol che evapora naturalmente durante l’invecchiamento in barile
Aperitif/digestif – un’abitudine decisamente europea continentale. Si tratta di alcolici consumati prima o dopo i pasti, per stimolare l’appetito e preparare il palato al cibo o favorire la digestione
“Always do sober what you said you’d do drunk. That will teach you to keep your mouth shut.”
Ernest Hemingway